Quello che vivi sul lettino è solo una tappa: il resto accade in profondità, dove gli occhi non arrivano.
Quando si pensa a un “trattamento” la mente, quasi automaticamente, disegna un’immagine:
un momento piacevole per staccare la spina, una coccola, una parentesi leggera.
Una cosa bella, certo, ma non “indispensabile”.
Quello che non si vede, però, è che un vero trattamento – quello che offro nel mio studio – non è una parentesi, e non è nemmeno solo una sequenza di gesti tecnici.
È un lavoro interiore, un atto di presenza, una struttura invisibile che regge tutto ciò che vivi sul lettino.
E, per come lo vivo io, è un’esperienza con un’impronta unica, che nasce dall’incontro tra la mia sensibilità, il mio percorso e ciò che porti tu in quel momento.
✧ Il lavoro comincia molto prima che tu arrivi
Un mio trattamento inizia quando lo spazio è ancora vuoto e silenzioso.
Prima di ogni incontro, scelgo con cura gli oli, sistemo l’ambiente, arieggio la stanza, regolo la luce.
Preparo la musica in base alla persona e al mio sentire del momento: non è un sottofondo qualunque, ma una vera e propria forma di musicoterapia, pensata per accompagnare il corpo e la mente verso il rilascio e l’apertura.
E, se sento che è ciò di cui c’è bisogno, può accadere che scelga di lasciare solo silenzio – la melodia più antica e vera.
Accendo una candela, un incenso, creo un’atmosfera che non è solo estetica: è un invito al corpo e all’anima a sentirsi al sicuro.
Mi prendo il tempo per centrarmi, lasciare fuori il resto, e aprirmi completamente a ciò che accadrà.
Se è un percorso già iniziato, rileggo le note degli incontri precedenti, ripenso a ciò che era emerso, immagino la direzione possibile.
Se è la prima volta che ci incontriamo, porto con me l’ascolto curioso di chi sa che ogni persona è un universo a sé.
✧ La soglia che si varca
Quando entri, comincia un viaggio che non si misura in minuti.
C’è un’accoglienza che non è di circostanza: è uno spazio in cui ti invito a deporre le maschere, a lasciare per un attimo il peso che porti.
L’ascolto che ti offro è totale: non interrompe, non giudica, non riempie i silenzi.
A volte basta questo per far sciogliere un nodo che portavi da chissà quanto.
Poi il trattamento prende forma, seguendo ciò che emerge dal corpo.
Un corpo che non mente, che racconta storie anche quando la ragione vorrebbe zittirlo.
Lì, tra le mani, c’è un dialogo profondo: pressioni, tocchi, pause, parole sussurrate o assenze di parola.
È un lavoro di precisione e intuizione insieme, dove ogni gesto ha una ragione.
✧ Quando il corpo e l’anima si incontrano
A volte il rilascio arriva in un respiro profondo.
Altre in una lacrima silenziosa.
C’è chi ride, chi resta in silenzio, chi racconta un ricordo dimenticato.
Ogni volta è diverso, e ogni volta so che il mio compito è restare lì, interamente presente, senza aspettarmi niente e pronta a tutto.
Ricordo una persona arrivata con un dolore alla spalla che non cedeva da settimane.
Il corpo parlava chiaro: il movimento era bloccato, ma non solo per una questione fisica.
Tra un respiro e l’altro, è emerso un ricordo di un conflitto familiare irrisolto, qualcosa che pesava proprio “sulle spalle”.
Spesso, dietro a un dolore in questa zona, possono nascondersi vissuti di svalutazione della propria personalità rispetto ai giudizi su se stessi o nelle relazioni con gli altri, oppure conflitti legati alla propria forza e capacità di colpire, di proteggere o di abbracciare.
Questi sono solo alcuni dei conflitti che le spalle possono celare: ognuno porta con sé la propria storia, unica e irripetibile.
Quando il corpo ha trovato il modo di raccontarla, anche la tensione si è sciolta.
Non è magia, è il corpo che finalmente può dire la sua verità.
Questo non è un “servizio” da erogare: è una relazione viva che si costruisce nell’istante.
Ed è anche per questo che non può essere replicata in serie, né compressa in tempi standardizzati.
✧ Il lavoro invisibile, dopo
Quando te ne vai, non spengo semplicemente una candela.
Raccolgo ciò che è rimasto nell’aria, riordino, pulisco, preparo lo spazio per chi verrà dopo… ma soprattutto continuo a pensare a te.
A quello che è emerso, ai collegamenti possibili, a come accompagnarti al prossimo passo.
Può accadere che, anche a distanza di tempo, tu mi scriva per condividere un momento delicato o chiedere un consiglio.
Non è un “servizio” dovuto né un diritto acquisito: è un filo che a volte resta teso tra noi, e che mi fa piacere onorare quando posso.
Sono scambi brevi, ma autentici, che continuano il viaggio iniziato insieme.
C’è un lavoro silenzioso che prosegue fuori dal tuo campo visivo:
formazioni, corsi, libri studiati e sottolineati, ore dedicate a creare nuovi strumenti, a integrare nuove conoscenze, a migliorare ciò che già funziona.
Ci sono le spese materiali – carte da lettino, oli, arredi, lavatrici, utenze – e quelle emotive, che non si calcolano in euro ma si sentono in ogni fibra.
Ecco perché un’esperienza così non si misura solo in minuti o in cifre.
Il vero metro è ciò che resta: il sollievo nel corpo, la chiarezza nei pensieri, la sensazione di aver ritrovato un pezzo di sé.
Quello è il valore autentico, quello che continua a vivere dentro di te molto tempo dopo che la porta si è chiusa.
✧ Non è un hobby. È una via.
Chi guarda da fuori può pensare che fare l’operatore olistico sia un mestiere “leggero”, qualcosa che si fa per passione nel tempo libero.
Ma la verità è che questa è la mia via: una scelta di vita che richiede presenza costante, energie, studio, dedizione.
Quello che offro non è una coccola, anche se può essere dolce.
Non è un lusso, anche se può sembrare prezioso.
È un luogo in cui il corpo può raccontare la sua verità, e tu puoi incontrarti davvero.
Perché il corpo non inventa: custodisce, segnala, ricorda.
E quando gli si dà ascolto, diventa la porta d’accesso a una verità che libera.
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Con amore e presenza,
Roberta